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"L'evoluzione dell'aromaterapia: dalla medicina antica al contributo di René Maurice Gattefossè"


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Il padre della medicina, Ippocrate, consigliava massaggi con oli per rinvigorire il corpo e fumigazioni con piante aromatiche per disinfettare ambienti e diminuire un possibile contagio in casi di epidemie.

Nel XV-XVI secolo alcuni concetti di umore di origine Ippocratica vengono ripresi in chiave astrologica ampliandone significato e dando origine alla teoria dei temperamenti.

I Romani ebbero l’idea di utilizzare gli oli essenziali nei

bagni. Idearono le terme sfruttando le proprietà aromatiche ed estetiche delle piante soprattutto diffondendo i loro profumi e producendo oli e unguenti per massaggi. La letteratura ci racconta che nei primi anni d.C Plinio il Vecchio e Dioscoride approfondirono lo studio sui composti volatili e che Galeno, chirurgo seguace di Ippocrate, usò, con l’equipe medica del Colosseo, gli estratti di piante per gli interventi chirurgici su gladiatori feriti. Purtroppo molte delle sue opere furono distrutte da un incendio. Galeno di Pergamo, arrivò a Roma a metà del II secolo d.C. e divenne il medico degli imperatori: salvò la famiglia reale dalla grande peste che tra il 160 e il 190 aveva decimato la popolazione. Una nuova importante scoperta archeologica ci racconta della “farmacia” di Galeno nei Fori Romani, sotto la Basilica di Massenzio. Da un vasto scavo, è venuto alla luce un complesso riconducibile a magazzini in cui venivano accumulate le spezie che provenivano da tutti i domini dell’impero romano sparsi per il mondo e che poi venivano usate nella preparazione di droghe e pomate. Questi magazzini monumentali furono costruiti per volere dell’imperatore Domiziano (5196 d.C.) ed è proprio qui che Galeno studiava e componeva preparazioni farmaceutiche, conservava i propri libri e praticava il suo mestiere di medico. Durante il Medioevo nei monasteri si trascrivevano usi e benefici degli oli. La chiesa però adottò un atteggiamento proibizionista attribuendo l’uso delle piante, per la cura di malattie e malanni, alla stregoneria e all’esoterismo. Diventarono importanti i profumieri che utilizzavano le piante aromatiche per il loro profumo. Nello stesso periodo il medico-Alchimista arabo Avicenna perfezionò un distillatore egizio rudimentale portando alla ribalta l’utilizzo di oli essenziali, riuscendo ad isolare il profumo della rosa e a produrre acqua di rose. Accreditato come il padre dell’aromaterapia ha lasciato un segno indelebile anche nel campo della chimica.

In India nel corso di 5000 anni si sviluppò la tradizione Ayurvedica. Il termine “Ayurveda” combina le parole vita e scienza. La pratica Ayurvedica sottolinea l’uso degli elementi della terra per ritrovare l’equilibrio nel corpo. Seppur la tradizione Ayurvedica per anni venne tramandata con il passaparola i primi scritti ci raccontano piani di trattamento personalizzati che includono l’uso di erbe e miscele. Oggi questi protocolli vengono usati ed insegnati in più di 100 università accreditate in india. Tra il 500 e il 1300 d.C la Cina era una potenza mondiale leader nella scienza e nella tecnologia. La leggenda ci racconta di un uomo chiamato Shen Nong che ha compreso gli effetti delle piante grazie al suo corpo trasparente che permetteva di vedere come agivano una volta ingerite. I progressi scientifici compiuti dalla Cina sono stati isolati dal resto del mondo fino a quando si è aperta una rotta commerciale stabile tra Europa e Asia. Profumi, spezie e erbe commercializzati ben presto divennero il centro dei mercati e i profumi di sandalo, camomilla, salvia, timo, limone e chiodi di garofano divennero base di cure e protocolli per la cura personale.

Nel Rinascimento, XVII secolo, grandi erboristi come N.Culpeper, J.Gerard, J. Parkinson descrissero gli oli essenziali quale parte integrante della medicina Nel XIX e XX secolo si ebbe lo sviluppo della chimica che, se da una parte confermava le proprietà e le virtù degli oli essenziali, dall’altra portava all’abbandono della tradizione per introdurre le molecole di sintesi. Con l’avvento della Rivoluzione industriale e l’avanzare della chimica si assiste ad un progressivo affermarsi dei farmaci di sintesi su rimedi naturali e l’uso delle piante aromatiche. La velocità e l’efficienza della medicina industriale hanno reso obsoleti i preparati di origine naturale con piante aromatiche. L’utilizzo dei farmaci in modo inadeguato e spropositato hanno condizionato la loro efficacia portandoci ad oggi dove la resistenza antibiotica e le malattie nosocomiali sono protagonisti negativi del nostro tempo. Nel 1900 si ha un ritorno all’ utilizzo degli oli essenziali e si parla per la prima volta di aromaterapia. Molti gli studiosi del secolo sono attenti ai benefici degli oli non solo sul lato fisico ma anche sull’aspetto emotivo. Diamo comunque il merito di aver utilizzato per primo il termine “aromaterapia” a René Maurice Gattefossè


René Maurice Gattefossè terzogenito di 5 figli, già in tenera età è circondato dal mondo delle fragranze. Il padre fondò la Gattefossé nel 1880 azienda produttrice di oli essenziali, paraffina liquida e prodotti per la profumeria. Nel 1910, il giorno della nascita del suo primo figlio, è vittima di un’esplosione nel laboratorio dell’azienda. Gravemente ustionato si cura prima con la medicina tradizionale poi visto il peggioramento rimuove le bende ed applica l’olio essenziale di lavanda.

I risultati impressionanti confermano le sue intuizioni: L’essenza di lavanda ha elevate proprietà antisettiche che portano a reale

guarigione.

Proprio a lui viene attribuita la distinzione degli oli essenziali a seconda delle caratteristiche, infatti dal punto di vista aromatico vengono distinti in 3 note: cuore, base, testa.

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